Cosenza: indagini preliminari della DDA sull’Asp

Tecnicamente sono solo “indagini preliminari”. Ma è vero: sono in corso. Ce lo conferma, al telefono, Vincenzo Antonio Lombardo, Procuratore Capo della DDA di Catanzaro. L’oggetto è l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza. Adesso se ne è occupato anche L’Espresso, ma già in passato la notizia di queste indagini era trapelata. L’Asp è al centro di una serie di vicende incrociate. La prima è di tipo amministrativo e ha già causato l’interdizione temporanea del direttore generale, Gianfranco Scarpelli: riguarda una serie di appalti che sarebbero stati affidati ad avvocati esterni all’ente, in maniera impropria. Tra questi legali c’è anche Andrea Gentile, figlio del sen. Antonio Gentile, del Nuovo Centro Destra, delfino calabrese di Angelino Alfano. La notizia che Andrea Gentile era indagato è al centro, tra l’altro, di un’altra querelle, che passa per il quotidiano “L’Ora della Calabria”. Il suo direttore ha denunciato, nei giorni scorsi, una presunta censura, che ha portato addirittura alla mancata uscita del giornale. Il sen. Gentile ha negato, però, ogni addebito. E la procura sta valutando se aprire un’inchiesta. Ma sull’Asp di Cosenza pesa anche il sospetto di condizionamenti mafiosi. Ed è su questo che si sono concentrate le attenzioni della DDA di Catanzaro, dopo l’accesso antimafia che però non ha rilevato nulla di particolare. Ma si sospetta che le cosche della ‘ndrangheta possano aver fatto delle pressioni per alcune assunzioni negli ospedali di Paola e di Cetraro, sul tirreno cosentino. La vicenda è complessa e le carte da leggere e rileggere, per incrociarne i dati, sono migliaia. Il lavoro dei magistrati della DDA e senz’altro lungo.

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