Se sia piaciuta a Bernardino Telesio, che sornione domina la piazza all’esterno del Teatro Rendano, questo non lo sapremo mai. Ma certo è che l’opera presentata in prima assoluta a Cosenza, patria del filosofo, non ha paragoni: è la prima di un nuovo genere. Franco Battiato e il suo genio non hanno deluso nel raccontare la vita e il pensiero del filosofo secondo cui l’intera conoscenza si fonda sulla sensazione, sul calore e sul movimento. Impresa non facile, che l’artista siciliano ha realizzato mettendo in scena, su un palcoscenico quasi buio, attori in ologrammi. Tutto registrato, dunque, tranne gli interventi dell’autore, che è comparso a cantare dal vivo alcune delle bellissime arie dell’opera. E poi c’era l’Orchestra Philarmonia Mediterranea, diretta da Carlo Boccadoro. La tecnica olografica ha consetito a Battiato di raccontare per immagini il suo Telesio, facendo apparire e scomparire gli attori, tra cui Giulio Brogi, che ha interpretato il filosofo. Bellissime le coreografie orientaleggianti. Così come le voci del sopranista, Paolo Lopez, e di Divna Ljubojevic, che insieme hanno intonato una delle più belle arie dell’opera.
E che sia lirica, non c’è dubbio, nonostante qualche purista abbia storto il naso per l’uso sfacciato delle tecnologie. Ma, come si diceva, abbiamo assistito alla nascita di un genere, alla trasformazione del teatro che, come ogni cosa, nel tempo deve cambiare. E chissà, forse è proprio Battiato che ha tracciato il solco di un nuovo teatro, in cui gli attori, alla fine dell’opera, ringraziano dai palchi, da spettatori. Lui, il maestro, ha timidamente fatto capolino, nell’ombra, per un applauso in più. Poi si è immerso di nuovo nei suoi pensieri.
Mag 07 2011
Cosenza: la prima del Telesio di Battiato
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