Quest’anno erano tanti e molto ben fatti, i Ddirrocchi di San Pietro in Guarano. Si tratta di grandi pupazzi di cartapesta, costruiti dai giovani del luogo, guidati però dalle sapienti mani di esperti artigiani. Una tradizione che, nel giorno di San Rocco, ricorda i momenti in cui era impossibile denunciare le angherie dei potenti. E allora, una volta all’anno, la popolazione costruiva questi pupazzi, che sono una vera denuncia dei fatti del luogo. Oggi è l’ironia che guida la costruzione dei Ddirrocchi. Ma solo la gente del paese, in effetti, capisce il significato delle grandi maschere e delle frasi che vi sono scritte. Ci si rivolge al sindaco e agli amministratori, o si fa una semplice caricatura dei cittadini del borgo che si sono resi protagonisti di qualche evento particolare. Insomma, è davvero un modo, nell’epoca delle connessioni internet sempre più estese, per lanciare messaggi alla vecchia maniera. Precise frecciatine che, ne siamo certi, colgono nel segno e invitano i diretti interessati alla riflessione. Alla gente questo evento piace e tantissime persone accorrono anche dai centri vicini, per immergersi in questa festa scandita dal suono dei tamburi. Festa che finisce con il grande rogo dei pupazzi. Perchè, dopo il momento di denuncia, in un rito collettivo, che ricorda arcaiche manifestazioni, il fuoco viene chiamato a cancellare e purificare tutto. La popolazione assiste ed inneggia al sacrificio dei Ddirrocchi. Più alta è la fiamma, più grande è la soddisfazione. E ci si dà l’appuntamento all’anno prossimo.
Ago 19 2014
San Pietro in Guarano: si ripete la tradizione dei Ddirrocchi
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