Saline Joniche: forse sì a centrale a carbone, nonostante referendum

La centrale a carbone di Saline Joniche potrebbe farsi lo stesso, nonostante l’esito del referenum sul quale si è espressa la popolazione del Cantone svizzero dei Grigioni. L’azienda svizzera che dovrebbe costruire la centrale rientra tra quelle pubbliche, in quanto dal marzo 2013 il 58,3% delle sue azioni è detenuto dal Cantone dei Grigioni. Per questo è soggetta a leggi che impongono il referendum per le attività che potrebbero compromettere l’ambiente. Con un primo quesito referendario la popolazione ha bocciato gli investimenti per produrre energia elettrica attraverso il carbone. Ma a fornire una scappatoia all’azienda è il secondo quesito refendario, contenente un’alternativa che si concretizzava nella domanda volta ad autorizzare centrali a carbone a patto di adottare specifiche misure per ridurre l’emissione di CO2. Anche in questo caso la popolazione ha votato per bocciare l’uso del carbone, ma la differenza tra i favorevoli e i contrari è stata più bassa e quindi, secondo la legislazione elvetica, si dovrà procedere ad un riconteggio dei voti. Intanto però i vertici societari hanno minimizzato il risultato del referendum, affermando di aver preso atto del responso delle urne, ma aggiungendo che il risultato del referendum non cambierà la strategia della società. Vedremo come reagiranno la popolazione e la magistratura elvetiche. Intanto in Calabria si annunciano mobilitazioni.

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